Tenere d’occhio dallo spazio i vulcani ‘pericolosi’, monitorare deformazioni della superficie terrestre anche di pochi millimetri e fornire informazioni alla Protezione civile. È ciò che è possibile fare utilizzando le immagini ottenute dal SAR, un sofisticato radar montato a bordo di satelliti orbitanti intorno alla Terra. Grazie a sofisticate tecniche di elaborazione, i dati vengono poi convertiti in immagini e informazioni di più facile interpretazione.
Una mappa di deformazione satellitare permette di coprire aree molto vaste e con una densità di punti di misura molto elevata. Una sola immagine radar permette di ottenere, per esempio, la mappa di velocità di deformazione del Golfo di Napoli relativa a un’area che si estende da Pozzuoli a Sorrento. La possibilità di avere una copertura spaziale così ampia permette di tenere sotto controllo e analizzare fenomeni anche in zone dove non sono presenti sensori delle reti di sorveglianza perché non sono attesi effetti deformativi.
Oltre a misurare piccolissime deformazioni del suolo, di estrema importanza per la prevenzione del rischio e a supporto delle decisioni in momenti di crisi, è poi possibile seguirne l’evoluzione temporale grazie all’utilizzo di una tecnica innovativa sviluppata interamente dal CNR ed ormai largamente utilizzata in tutto il mondo.