La diciottesima edizione del Festival della Scienza di Genova, uno dei più grandi eventi di diffusione della cultura scientifica a livello internazionale, a causa della situazione pandemica in atto si è svolto quest’anno “a distanza”, modalità che presenta molti “contro” ma anche diversi “pro”.
Ce ne parla il Presidente del Festival, Marco Pallavicini, intervistato dal Capo Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Marco Ferrazzoli.
Mancano gli studenti che girano per le strade e le piazze del centro, mancano gli incontri e gli scambi di opinioni, le relazioni, le interazioni delle scolaresche con gli animatori e con gli exhibit delle mostre, che da sempre caratterizzano il Festival e che animano Genova ogni anno per dieci giorni. D’altra parte, di fronte allo “tzunami” del Covid-19 (Onde è stata la parola chiave del Festival di quest’anno), Pallavicini spiega come siano emersi diversi punti di forza di un’edizione così particolare: la capacità di tutta la complessa macchina scientifica e organizzativa di virare sul digitale senza perdere nulla per strada e la possibilità di “assistere” agli eventi da ogni luogo e per un tempo più lungo, avendo previsto che il tutto resti on line fino alla fine dell’anno.